da Allan Kaprow
BIS-HAPPENING

progetto e regia  Simone Carella
collaborazione  Alberto Boatto
scenografia  Mario Romano
musiche  Luca Febbraro, Marco Rosano
immagini  Carlo Cassani
assistente di scena  Gianfranco Ucci
impianto luci  Stefano Lattanzi
costruzione scene  Damiano Palazzo
con  Chiara Abbate, Emiliano Vitolo, Ernesto Barberini, Simona Barberini, Lorena Benatti, Giovanna Carnevale, Victor Cavallo, Antonio Caliento, Marina Lanza,
Anna Maria Loliva, Gianluca Paiella, Vittorio Terracina, Gianfranco Ucci, Barbara Vassarotti

danzatori di charleston 
Fabiola Farabollini, Sergio Favorito
consulente coreografico  Walter Cantinelli
live painting  Nuele Diliberto, Mimmo Germanà,
Mario Romano, Vincino
produzione Beat72

 

Palazzo delle Esposizioni 
21-25 novembre 1990, Roma

«Alla base del progetto Bis-Happening, c'è la convinzione che a trent'anni dalla presentazione dei primi happening e della loro immediata affermazione culturale, anche oggi il fenomeno happening possa suscitare quegli entusiasmi e quella vivacità che lo imposero come la pratica artistica più sensibile alla contemporaneità.

Rifiutando sprezzantemente le seduzioni dell'immagine dell'artista-produttore-isolato di Cultura, l'happening-pensiero afferma invece risolutamente la necessità e la validità del lavoro collettivo di un insieme di artisti, soprattutto se operanti in specifici ambiti diversi, come condizione indispensabile per avviare un processo creativo stimolante, dinamico e tendenzioso, in continua polemica contro i residui patetici di una ritualità teatrale ed artistica sempre meno convincente e sempre più compromessa con un sistema di valori agonizzanti e desolatamente inerti.

Riscoprire e riaffermare quella forma di vitalità oggi, può costituire un salutare scatto di energia, un esemplare modo di fare teatro che ignora spavaldamente le restrizioni sempre più soffocanti dei burocrati, i loro calcoli meschini e deprimenti, per affermare invece con forza la facilità e (perché no?) la felicità del fare teatro, del partecipare di un'atmosfera, di una visione del mondo (Weltanshaung) allegra, spensierata, scapigliata e incosciente, ma determinata a cambiare le regole del gioco.

Può sembrare strano ed eccessivo ma anche questo è Happening.

Se queste sono le ragioni più generali e nello stesso tempo soggettive del progetto Bis-Happening, vale anche la pena soprattutto di ricordare le idee che erano alla base dell'happening, come sono state formulate dai suoi autori: "L'happening è un avvenimento in cui azioni tra loro in rapporto alogico avvengono contemporaneamente".
A questa definizione di Michael Kirby, si può accostare quella più descrittiva di Henry Martin che dice: "L'happening o le forme simili di teatro o di non teatro, tendono a proporsi come situazioni in cui possiamo imparare a muoverci liberamente avanti e indietro in uno spazio da un punto di riferimento ad un altro, come nella pratica dell'esercizio del libero arbitrio individuale, sempre consapevoli che non c'è nulla di cui vergognarsi o da rifiutare, che non saremo puniti per non aver capito qualcosa, perché c'è sempre qualcos'altro che succede".

Per quanto riguarda gli Happenings che saranno presentati nella Sala Teatro del Palazzo delle Esposizioni: 18 Happenings in 6 Parts di Allan Kaprow, è in assoluto il primo happening della storia, quello che impose il nome contenuto nel suo titolo, e che fu rappresentato alla Reuben Gallery di New York il 28 giugno del '59 per una settimana e a cui parteciparono come performer insieme ad Allan Kaprow gli amici-artisti Jim Dine, Robert Rauschenberg, Claes Oldenburg, Robert Whitman e John Cage.

The American Moon di Robert Whitman fu rappresentato sempre alla Reuben Gallery alla fine di novembre del ' 60, anch'esso per una decina di serate.
Entrambi gli happening non sono mai più stati riproposti dai loro autori. 

Dalle date e dai partecipanti si capisce che l'happening è nato in quell'eccezionale periodo che vide l'affermazione della Pop-Art, e infatti sia A. Kaprow che R. Whitman sono anche pittori. Nonostante il fatto che neanche i loro autori abbiano più ripresentato i loro lavori (anche perché avevano la possibilità di crearne di nuovi), la provocazione che si vuole lanciare con il progetto Bis-Happening, consiste precisamente nel paradosso di rappresentare e riproporre un'idea di spettacolo che in sé, per definizione, rifiuta la sua replicabilità: e invece l'happening, a distanza di trent'anni, concede un Bis, testimoniando ancora la sua prorompente vitalità.

Questa operazione è possibile perché sono fortunatamente rimasti i copioni originali scritti dagli stessi autori, oltre che testimonianze critiche, documentazione fotografica e memorie di quelle persone che come partecipanti o come spettatori presero parte a quelle memorabili serate. Tutto questo materiale ma soprattutto i copioni degli happening, hanno costituito il testo su cui abbiamo lavorato e che ci ha permesso di ricostruirli, con divertito scrupolo filologico e con un'attenzione critica ma soprattutto sentimentale necessaria a chiarire ed interpretare i momenti intricati dei testi. Per quanto mi riguarda personalmente devo dire di essermi giovato della preziosa esperienza fatta nel partecipare all'allestimento di Music un happening di Robert Whitman presentato alla Galleria L'Attico nell'autunno del '74.

Man mano che il nostro lavoro di interpretazione procedeva, si è venuta inoltre affermando una paradossale condizione che potrei definire come il tentativo, improbabile ma perfettamente legittimo, della messa in scena di un classico, nel nostro caso di un Classico dell'Avanguardia Contemporanea. 

Bis-Happening dunque è anche un'operazione di regia, o meglio è il tentativo di dimostrare che per un regista di avanguardia è possibile mettere in scena un classico, a condizione che sia un Classico dell'Avanguardia, considerando che i 'testi' non mancano e che anzi sono numerosi e stimolanti e suscettibili di essere riproposti, o più esattamente 'ri-messi in scena'».

Simone Carella, Bis-Happening. Un progetto ideato e realizzato da Simone Carella, presentazione del programma, Sala Teatro del Palazzo delle Esposizioni, 21-25 dicembre 1990, Roma

Corriere della sera - P.Petroni
La Repubblica - N. Garrone
Europeo - F. Cordelli
l'Unità - M. Caporali
il manifesto - M.De Feo